Effetto collaterale

Foto Daniele Anile

 

Ho appena finito di leggere un libro: Effetto Collaterale. È l’opera prima di Francesca Tessari, una giovane studentessa di medicina, nonché fiorettista, che le mie amate pedane mi hanno dato la possibilità di conoscere. E queste sono, per chi vorrà continuare a leggere, le mie riflessioni.

Ci sono incontri che ti sorprendono; succede spesso con le persone e di solito sono incontri che lasciano un sorriso nell’anima, una sorta di benessere diffuso, come un leggero strato di sollievo che non riesci a identificare perfettamente. E poi ci sono gli incontri con le storie, con i racconti, magari in un libro; e in questo caso la sorpresa di solito ha un altro sapore, un altro gusto, una piccola bolla di piacere striata da sottili vene di malinconia, proprio in mezzo al petto. Normalmente quando arrivi all’ultima parola, alzi leggermente gli occhi, e non puoi fare a meno di stare un attimo in silenzio a riflettere su quello che hai appena letto. Quando succede di solito vuol dire che hai appena incontrato una di quelle storie, di quei libri, che non dimenticherai facilmente; e non è importante se le tue riflessioni saranno romantiche, delicate, sognanti o se invece avranno la stessa forza di un pugno nello stomaco, come in questo caso. L’unica cosa che conta è che quella storia non sarà passata indifferente nella tua vita e che quelle parole si saranno stampate, più o meno profondamente, nella tua anima.
E se poi le due sorprese, quella con la persona (in questo caso l’autrice) e quella con la storia (la sua creatura), arrivano contemporaneamente allora l’effetto collaterale è completo. Perché la forza con cui cui questo libro colpisce è direttamente proporzionale alla tranquillità negli occhi della scrittrice che lo ha partorito. Un libro crudo e nudo, in cui il tema trattato, fondamentalmente il male, non viene addolcito per renderlo più politicamente corretto, ma raccontato con tutta la sua banale normalità, così spesso ignorata nel nostro comodo mondo occidentale. Un libro che personalmente mi colpisce per la profondità, ma anche per la provenienza di quella profondità. Sapere che una giovane donna di 23 anni abbia avuto la sensibilità e la maturità di scrivere una storia come questa, mi riempie di speranza, e se le sue parole mi hanno così profondamente colpito per la durezza e, purtroppo, la verità che rappresentano, la speranza di cui parlavo prima contiene e argina l’onda di paura e di indignazione che il suo racconto mi aveva provocato. Ecco, forse questo libro si riassume in una semplice immagine. Il male esiste e nasconderlo è stupidi e inutile, ma ci sono giovani uomini e giovani donne pronte a riconoscerlo e affrontarlo. E cosa forse più importante…senza aver paura di raccontarlo. Grazie Francesca, il tuo nome ha appena guadagnato un posto d’onore nella mia libreria.

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