Archivio mensile:Agosto 2016

COMUNQUE

Foto Augusto Bizzi

Foto Augusto Bizzi

Comunque. È forse l’avverbio più odiato in queste Olimpiadi; usato da commentatori esterni, siano essi giornalisti o semplici utenti dei social, per descrivere le prestazioni dei nostri atleti. Sia di quelli che avevano speranze di medaglie e che non sono riusciti a soddisfare le aspettative, sia di quelli che in qualche modo dovevano, secondo quegli stessi commentatori, giustificare con un risultato minimo la loro stessa presenza a una kermesse così importante. Comunque. È una parola che odora leggermente di buonismo, quasi di pietà. È come se volesse dire: “va be’, sei bravo lo stesso”. Ma lo dice con sufficienza, quasi con fastidio. Quello che la rende forse così insopportabile non è il concetto che nasconde dietro, ma il modo in cui viene usata; o meglio, da chi viene usata. Da persone che credono che essere il primo di un ranking mondiale renda tutto facile; da persone che non hanno mai sperimentato la paura di giocarsi in pochi minuti il lavoro di un quadriennio; da persone che non conoscono minimamente cosa vuol dire la fatica, fisica e mentale, di preparare una gara così importante. La fanno facile, loro. Alla fine che ci vuole!? E magari mentre ti dicono che, dai, sei stato bravo, o brava, lo stesso, storpiano il tuo cognome, che hanno letto da qualche parte pochi minuti prima. Perché della tua carriera non conoscono niente. Degli sforzi enormi Continua a leggere→

VERGOGNA OLIMPICA

fonte facebook

fonte facebook

E mentre, estasiato, guardo le foto dei nostri splendidi atleti impegnati alle Olimpiadi di Rio, questa immagine mi compare sul mio profilo Facebook, pubblicata da un amico indignato e offeso. E l’estasi si trasforma immediatamente in rabbia; una frustrazione mista a vergogna. Mi sento offeso come sportivo, come uomo, e come padre di due figlie. Trovo quel titolo allucinante Continua a leggere→

Fame olimpica

Foto Augusto Bizzi

Foto Augusto Bizzi

Ci sono gesti nello sport che hanno un significato maggiore di quello che apparentemente rappresentano. È come se in un solo istante fosse sintetizzata la storia intera di una prestazione sportiva. Sono come le frasi finali di certe poesie di neruda o l’ultima pagina di alcuni libri; la loro presenza arricchisce un testo già splendido di una perfezione e di una grandiosità tale, che per il lettore sarà impossibile dimenticarle. E quella frase, quella pagine, che lo hanno spesso sorpreso, resteranno scolpite nella sua testa, a magnificare quella poesia o quei libri. Spesso, appunto, la stessa cosa succede nello sport, quando un gesto diventa icona di un’impresa, di una vittoria. È successo ieri con l’ultima punto di Daniele Garozzo contro l’americano. Una gara perfetta è stata resa sublime da quell’ ultima stoccata. Quella corsa affamata di vittoria è riuscita a sorprendere tutti, avversario compreso, e allo stesso tempo a confermare il suo essere campione. E forse è proprio questo il punto; ciò che l’ha resa così indimenticabile non è l’aspetto tecnico o quello tattico, ma la fame che la spingeva, che l’ha creata, che l’ha fatta disegnare Continua a leggere→