A ferro e fuoco

Foto Augusto Bizzi

Foto Augusto Bizzi

Guardo una magnifica foto di Augusto Bizzi e rimango incantato da quel fermo immagine che il suo occhio ha colto, ma che di fermo non ha proprio niente. Saranno quelle scintille che scaturiscono dall’incontro delle lame, sarà la sciabola deformata dall’impatto, o quel piede sospeso per aria, icona di una risposta che ancora non c’è ma che non si può non immaginare; tutto in quella foto è movimento: dall’affondo perfetto, colto nel momento di massima estensione, alla luce che crea ombre di caravaggesca memoria, complici anche le tende nere sullo sfondo. E allora non riesco a non vedere in questa fotografia una sintesi perfetta del nostro sport, e mi torna alla memoria una frase di tantissimi anni fa, sepolta dai ricordi di una vita: all’epoca ero un giovanissimo maestro e collaboravo con una psicologa per provare a insegnare un po’ di scherma a dei ragazzi autistici. Uno di loro, Luca, aiutandosi con la scrittura facilitata, alla mia domanda su cosa gli piacesse della scherma rispose con quella che ancora oggi trovo sia la definizione più bella e completa: la scherma è l’eleganza nell’andare a combattere. E oggi, a quasi 15 anni di distanza, guardando quello che l’occhio di Augusto è riuscito a immortalare, non posso non pensare che questi due momenti di poesia assoluta, la frase di Luca e lo scatto di Augusto appunto, siano in qualche modo collegati da un filo invisibile. L’eleganza mirabile che esplode in quell’affondo, unito alla potenza sublime del combattimento che suggeriscono quelle scintille, quasi potessimo assistere a uno scontro tra titani che usano le forze della natura per sfidarsi, ma sempre senza perdere di vista la bellezza unica, insita nel movimento umano.

Si ringrazia l’amico Augusto per la collaborazione. 

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